“Testa di Rapa è la favola di Nino. Ma non solo. È forse anche la favola di Giovanni, la voce narrante, che ci racconta con passione e intensità proprio di lui, Nino, l’irresistibile Testa di Rapa, questo singolare ‘guastafeste’ che interviene a tratti nella sua vita, ma mai per caso. Nino arriva a scandire le occasioni più significative della vita di Giovanni, quelle dei suoi inconsci momenti di passaggio, a partire dall’infanzia che muta veloce in adolescenza, per proseguire con incursioni tanto selvagge quanto importanti nella loro forza vitale. E ogni volta porta con sé la sua vena di follia e la sua capacità di sconvolgere lo scorrere degli eventi nella apparente quiete dell’esistenza di Giovanni. La loro è un’amicizia, certo, ma è soprattutto un forte legame virtuale, anche a distanza di tempo e spazio, un legame però sempre tenero e incantato a fronte della durezza e del disincanto che spesso la vita porta con sé… La loro storia ci dice infatti che la vita può essere tosta ma con un legame così forte e duraturo si può afferrare anche la felicità, dall’inizio alla fine”.
(dalla prefazione di Maria Luisa Beccia)
L’autore:
Vincenzo Beccia è nato a Lucera (FG) nel 1964. Laureato in Scienze motorie, è consulente dello sport e allenatore di basket. Nel 1995 ha iniziato la sua attività artistica che lo ha portato a esporre, con mostre personali e collettive, in diverse gallerie nazionali. Nel 2000 ha pubblicato la silloge Colori e Parole (Alfredo Guida Editore) con la quale ha vinto il Premio Letterario Europeo “U. Fraccacreta”. Nel 2002 ha presentato lo short book W Jack (Catapano Grafiche) e nel 2007, con Esseditrice, il libro … E non mangiare i peperoni di sera. Tutte le sue iniziative artistiche e letterarie contribuiscono alla raccolta fondi di AIL, ADMO e AGAPE.